2017: 90.mo Esposizione Nazionale Frutticoltura
- Mauro Remondini
- 22 nov 2022
- Tempo di lettura: 11 min

II Esposizione Nazionale di Frutticoltura
5-20 settembre 1927
Massa Lombarda al centro dell’Italia agricola
Tutto ebbe inizio nel 1889 quando Giuseppe Gianstefani con i figli Ulisse e Giovanni dopo cinque anni di sperimentazione e selezione e spinti da passione, intelligenza e capacità, ottennero un tipo di pesca diverso da quella da cui erano partiti (proveniente dal trevigiano): il “BUCO INCAVATO” per la sua ben nota incurvatura.
Più tardi produrranno un secondo tipo di pesca a maturazione parecchio ritardata cui imporranno il nome di “TARDIVO DI MASSA LOMBARDA”. Entrambi di ottima qualità saranno molto apprezzati al mercato di Berlino, dove saranno catalogati con questi nomi.
Tale coltivazione benché tenuta “gelosamente” nascosta attirerà l’attenzione di altri agricoltori massesi ma soprattutto di Adolfo Bonvicini (1854 –1916) grande proprietario terriero che nel 1903 sospinto anche dal prof. Adolfo Bellucci della cattedra ambulante di agricoltura di Ravenna, farà mettere a dimora in undici suoi poderi circa 3.000 piante di pesco e iniziando così l’affascinante ed economicamente importante avventura della frutticoltura industriale.
Avventura che porterà grandi innovazioni nelle campagne nel rapporto mezzadro/proprietario, nel modo di condurre il frutteto che richiederà un approccio “culturale” impegnativo e costante e infine non ultimo il rapporto economico che Bonvicini instaura con i suoi mezzadri: di vera compartecipazione.
La frutticoltura sarà fonte di riscatto economico e sociale della campagna.
Avventura però che dovrà affrontare non pochi ostacoli (uno fra tanti l’invasione di insetti nocivi: “i pidocchi” superato grazie alla perspicacia di in contadino con l’infuso di “legno quassio”), incomprensioni (da parte di gran parte degli altri agricoltori) e rifiuti (finanziamenti da parte delle banche).
Adolfo Bonvicini non vedrà i grandi risultati della sua intuizione perché morirà nel 1916 nel pieno della guerra e con la frutticoltura in crisi per la chiusura dei mercati, le malattie e la siccità. Gli succederà il figlio Gaetano.
Comunque a guerra finita la frutticoltura, che non produce solo pesche, ma anche albicocche, prugne, mele, pere ecc, si espanderà non solo a Massa Lombarda (soprattutto nella piccola proprietà) ma in tutta la provincia.
La tabella che segue illustra bene l’andamento della produzione nel dopoguerra.

Scriverà, nel 1927, il professor Bellucci:
“La frutticoltura industriale fu creata da Adolfo Bonvicini(...) e sorse dal bisogno che imperiosamente imponeva di trasformarsi o perire. (...).
La frutticoltura industriale è di Massa Lombarda perché dette vita a specie commerciabili, perché furono studiati i mercati, i trasporti, i mezzi di conservazione dei prodotti, perché si seppe arrivare alla distribuzione di questi nel tempo e nello spazio, perché si sostituì a colture industriali, allora poco redditive, colture arboree redditissime (...) perché modificò l’anima dei suoi lavoratori (coloni e braccianti). Quando una provincia dal nulla è capace di creare un centro di coltura a frutteto industriale di oltre 1350 ettari che esporta all’estero oltre tremila vagoni di frutta e tutto ciò in un tempo brevissimo, un ventennio circa, si ha il dovere di indicarla all’ammirazione ed alla riconoscenza del Paese”.
La produzione e la lavorazione della frutta a Massa Lombarda raggiungono un grande sviluppo e una tecnica sempre più sofisticata che le permette di vincere i premi più qualificati ed importanti alle mostre nazionali.
Nel settembre 1924 alla prima Esposizione Nazionale di Frutticoltura di Trento le aziende di Massa Lombarda conseguiranno questi risultati:
a Camillo Borgnino (come produttore), la medaglia d’oro del re;
a Gaetano Bonvicini, la medaglia d’oro del Ministero dell’Economia Nazionale;
alla Cooperativa Braccianti la medaglia Verneill.
Quadri riferisce che Borgnino “ha recato all’Esposizione i suoi contadini onde mostrare l’eccellenza dell’opera loro oscura, ma patriottica e gloriosa. Altrettanto ha fatto la cooperativa contadini [cooperativa braccianti, N.d.A.]”.
Questa posizione di predominio in campo nazionale porterà benefici economici a tutto il paese: la frutticoltura trascina con sé altre produzioni che oggi chiameremmo di “indotto”. Per non parlare del grande impiego di manodopera, soprattutto femminile, nei magazzini per il confezionamento e concentrato nel periodo della “campagna” estiva contribuendo così ad alleviare le ristrettezze del bilancio familiare.
Nel 1920 il monte salari pagato per questo settore è di 60.000 lire; nel 1924 salirà ad oltre 400.000 lire (corrispondenti a circa 370.000 € attuali).
Di fronte a questi risultati, il partito fascista di Massa Lombarda guidato dal “ras”
Gustavo De Luca decide “di metterci sopra il cappello”, come si suol dire.
Il 4 novembre 1925 c’è il raduno di tutte le autorità fasciste in Municipio per festeggiare sia il 28 ottobre (Marcia su Roma) sia il 4 novembre (giorno della Vittoria). A queste due ricorrenze De Luca aggiunge l’idea che la seconda Esposizione Nazionale di Frutticoltura debba avere sede a Massa Lombarda.
Avvenimenti di questa portata al tempo non si potevano nemmeno lontanamente pensare se il partito fascista a tutti i livelli non fosse stato d’accordo e non si fossero collocati nel solco della politica economica e della propaganda del regime.
Incomincia così un lungo percorso che culminerà nel settembre 1927 con la
consacrazione della nostra cittadina “capitale” della frutticoltura e con un degno riconoscimento del lavoro svolto in questo settore economico.
Nella sua organizzazione De Luca coinvolge il Comune di Lugo a cui concede la sede del Congresso Nazionale sulla Frutticoltura.
Così alla fine di novembre, De Luca può convocare una prima riunione ufficiale ancora a carattere locale, dove partecipano vari Comuni vicini (Lugo, S.Agata e Conselice), le aziende esportatrici e non, professori della cattedre ambulanti di Ravenna e di Faenza, rappresentanti della scuola agraria di Imola, delle banche, dei sindacati fascisti e della sezione combattenti. In questa sede illustra le ragioni per cui il Comune di Massa Lombarda propone la sua candidatura:
1. Massa Lombarda è la culla della frutticoltura con i Gianstefani e soprattutto
con Adolfo Bonvicini.
2. La provincia di Ravenna è alla testa della produzione intensiva di frutta in Italia.
Più della metà (sic)della frutta prodotta in provincia viene dalla sola Massa Lombarda.
(per il 1925 rispettivamente: 95.000 q.li e 45.000 q.li).
3. Massa Lombarda attraverso una solida e collaudata organizzazione tecnica
è l’unico centro importante del commercio della frutta in provincia di Ravenna.
4. Massa Lombarda è meta di continue visite di agricoltori e di studiosi, altissimi
personaggi, scuole di agraria, missioni straniere che testimoniano l’alto grado
di specializzazione raggiunto.
La mostra poi è presentata come un aspetto della “battaglia del grano”, tanto cara Mussolini. Ed è in questa direzione che va l’ordine del giorno presentato alla fine della riunione la cui premessa recita così: “[L’assemblea] fa voti che la mostra segni una affermazione vittoriosa della Frutticoltura Nazionale degna del Lavoro Italiano che al servizio dell’illuminata volontà del Duce va trionfalmente conquistando il nome più invidiato ed onorato”.
L’assemblea nomina poi un Comitato esecutivo provvisorio che ha come presidente De Luca e vice-presidenti Bonvicini e Borgnino. Quest’ultimo è cognato di Bonvicini e costruttore del magazzino per la lavorazione della frutta a cui aveva imposto il nome di Fruges (dal latino: frutta). Questo nome si riverserà poi sulla località limitrofa.
La macchina organizzativa si è così messa in moto: d’ora in avanti gran parte dell’attività dell’Amministrazione Comunale e del fascio sarà concentrata al raggiungimento di tale obbiettivo prestigioso.
L’impegno non sarà solo locale: anche a Roma ci saranno uomini di governo e onorevoli che terranno i collegamenti con il Ministero e lo stesso Mussolini. Uno di questi è G. Frignani, capo del fascismo ravennate, che si darà un gran daffare prima come parlamentare e poi come sottosegretario.
Egli crede nella mostra tanto da dichiarare che “sente e prevede che l’esposizione oltre ad essere l’affermazione del primato della provincia di Ravenna nel campo della frutticoltura, costituisce una superba rassegna di energie e di valori atti a dimostrare come la gente italica abbia saputo, praticando la disciplina e l’ordine fascista, vincere quella che con mirabile sintesi il Duce chiamò la Battaglia del grano che è poi la battaglia dell’agricoltura”.
Un chiaro esempio, questo, di retorica fascista che usurpa il merito della frutticoltura a Massa Lombarda nata e cresciuta molto prima del fascismo grazie alla intelligenza e abnegazione della sua popolazione.
Anche Dino Grandi e Italo Balbo, amici di Gustavo De Luca fin dai tempi delle “spedizioni punitive”, “hanno assicurato il loro personale interessamento di amici e fascisti e di uomini di governo alla felice riuscita della manifestazione che segnerà una tappa eccelsa nel progredire economico della Nazione”.
Nel febbraio 1926 sono definiti gli argomenti delle otto sezioni e dei relativi padiglioni in cui si articolerà la mostra e le diciannove materie oggetto del Congresso. (Gli elenchi completi sono contenuti nelle note 5 e 6 del cap. XVI del libro Mauro Remondini “Il Paese della frutta”).
Nell’agosto 1926 viene costituito il Comitato Esecutivo dell’Ente Esposizione e riconosciuto ad ogni effetto di legge con decreto del capo del governo. La carica di presidente è assunta da Gustavo De Luca e quella di vice-presidente da Gaetano Bonvicini.
Accanto a questo ci sarà un Comitato d’Onore che ha come presidente Benito Mussolini e molti altri nomi importanti del regime tra cui ministri, sottosegretari: C. Ciano, G.Frignani, I. Balbo, D. Grandi ecc. (Gli elenchi completi nella nota 23 del cap. XVI del testo citato).
Nell’ottobre 1926 Mussolini riceverà De Luca quale presidente dell’ENTE a cui regalerà una sua foto con dedica: “Al Comitato per l’Esposizione di Frutticoltura a Massa Lombarda con piena adesione e fervido augurio”.
A novembre De Luca riceverà anche una lettera autografa di Balbo sottosegretario al ministero dell’Aeronautica, piena di elogi e di auguri per la mostra.
In successive riunioni presso lo studio del sottosegretario Bastianini sono messe a punto i vari dettagli e viene scelto il disegno che rappresenterà l’Esposizione nei manifesti e nelle varie pubblicazioni. L’opera premiata è del pittore Adolfo De Carolis “uno dei più rappresentativi dell’arte contemporanea”.
La Mostra rappresenterà anche un’occasione importante per la città intera che ha notevoli problemi di “immagine”, di funzionalità complessiva e soprattutto di alloggi.
E così da parte di privati e dell’Amministrazione Comunale si preparano diversi progetti: uno di questi è la sistemazione della piazza Camice Nere (già piazza V. Emanuele e già Della Comune, ora Matteotti) che prevede un nuovo selciato “da mantenersi a pari livello lungo le strade e da rialzare di 15 centimetri con appositi bordi terminali nelle ali prospicienti i fabbricati”. La pietra utilizzata sarà quella “tagliata calcarea di Pesaro”.
Molti altri lavori saranno eseguiti e riguarderanno strade (rifacimento dell’acciottolato ecc), piazze come quella denominata “Roma Imperiale” (ora U. Ricci) in cui viene abbattuta una casa per avere “una migliore squadratura”.
E’ costruito pure un albergo nelle vicinanze della stazione ferroviaria.
E così lunedì 5 settembre Massa Lombarda, imbandierata e festosa, sta per vivere una grande giornata che rappresenta il suo riconoscimento ufficiale di capitale della frutticoltura nazionale.
Nonostante il tempo nuvoloso con minaccia di pioggia, la piazza Camice Nere tirata a lucido con la nuova pavimentazione, è gremita di cittadini, personalità, gerarchi più o meno importanti, di divise e di labari. Tutti i palazzi che danno sulla piazza sono imbandierati; un palco è pronto per ospitare le numerose autorità e i discorsi ufficiali.
Sono presenti giornalisti rappresentanti le più importanti testate italiane: Il Corriere della Sera, La Stampa, Il Messaggero, Il Resto del Carlino, L’Avvenire d’Italia, Il popolo d’Italia, Il Corriere Padano, La Tribuna, L’Agricoltore d’Italia, La Gazzetta del Popolo di Torino e il Lavoro d’Italia di Roma e naturalmente quelli locali come Santa Milizia (settimanale fascista della provincia di Ravenna).
A rallegrare l’attesa ci sono due bande: quella cittadina e quella del Corpo Musicale del Corpo d’Armata di Bologna.
Nel Municipio sono ricevute tutte le personalità civili, militari, di partito e della diplomazia. Tra quest’ultime è segnalata la presenza del “rappresentante dell’Ungheria S.E. Satz”.
Alle undici e un quarto “salutato da un’imponente ovazione” giunge S.E. Bisi,
sottosegretario al Ministero dell’Economia Nazionale che inaugurerà la Esposizione
nella piazza gremita di gente in cui si riconoscono le operaie delle varie aziende
ortofrutticole con i loro caratteristici fazzoletti.
Il primo a prendere la parola è il Podestà De Luca: il suo è un discorso tutto politico ed è rivolto a fare di quest’avvenimento un grande vanto e merito del fascismo e del Duce. “L’orgoglio dell’avvenimento odierno non ci indugia, ma ci porta a considerare quelli che sono i doveri del domani per fare meglio e di più e ci porta ad esprimere il senso di devota gratitudine al governo e lo facciamo inneggiando al Partito ed al Duce”. Prega poi Bisi di riferire a Mussolini “come qui si lavori intensamente e con fede per i migliori destini d’Italia”.
Prende poi la parola il sottosegretario: il suo è un discorso che, sfrondato dalla retorica fascista, è ben centrato sul problema frutticoltura, sul suo potenziale economico e sulle resistenze al suo sviluppo.
Questa di Massa Lombarda, dice Bisi, non sarà una delle solite mostre: “è un diritto che questa terra aveva acquistato per i suoi meriti in questo campo”.
La mostra di Trento del 1924, dove tra l’altro i frutticoltori massesi avevano vinto tutti i primi premi, è stata “significativa per altre ragioni ad ogni animo italiano”.
La vera tappa della frutticoltura che marcia verso un’affermazione in campo nazionale è questa mostra di Massa Lombarda. Per Bisi “qui è nata per opera di pochi buoni italiani la prima buona semente per future copiose messi”.
E l’agricoltura italiana deve marciare su due gambe: la produzione granaria e frutticola.
Poiché la natura e il clima sono favorevoli il nostro paese potrebbe diventare uno dei più grandi se non il più grande produttore di frutta. Ma lo stesso sottosegretario deve ammettere sconsolatamente che su circa duecentomila ettari di terreno coltivato a frutteto in Italia solo poche migliaia risultano condotti con buoni criteri tecnici da cui scaturisca una frutticoltura industriale adatta all’esportazione. Questo tipo di frutticoltura rappresenta solo il 5% della produzione totale.
E non si vede per il futuro un gran miglioramento perché ci sono “prevenzioni” basate soprattutto sulla preoccupazione del rendimento economico ma “soprattutto sulla diffidenza ingenerata dall’ignoranza”.
Il sottosegretario individua poi alcuni problemi importanti per la frutticoltura: ai fini dell’esportazione bisogna puntare alla qualità con varietà pregiate ed aiutare il commercio per fronteggiare la concorrenza estera.
Una parte importante la debbono poi avere i consorzi di frutticoltura i cui compiti vanno dalla sperimentazione alla dimostrazione, dalla produzione e distribuzione di piantine di qualità autentiche e pregevoli, alla diffusione di sane tecniche, alla organizzazione commerciale.
A tutto questo deve affiancarsi l’opera di scienziati e tecnici per creare nuove varietà e migliorare quelle presenti.
Il sottosegretario deve ammettere che in questo campo siamo appena agli inizi e che a Massa Lombarda queste cose sono già state fatte creando “tre nuove razze nostrane di pesco molto apprezzate all’estero: la ‘Buco incavato’, la ‘Pesca di Massa Lombarda’ (più nota come ‘Tardiva di Massa Lombarda’, N.d.A.) e la ‘Bonvicini’ ”.
Bisi termina il suo discorso con un omaggio a Massa Lombarda dove “ho potuto constatare come volontà, braccia e cervelli di Italiani sappiano coscientemente, con una mirabile prova di volontà intelligente che ha superato ogni mia aspettativa dare alla Patria frutti non simbolici....”.
Dichiara poi aperta la Seconda Esposizione di Frutticoltura in nome di S.M. il Re.
La manifestazione ora si sposta sotto i portici del Municipio, dove viene scoperta una lapide in onore di Adolfo Bonvicini.
Il discorso è pronunciato da Adolfo Bellucci, il quale dopo avere raccontato i primi passi dell’esperienza, ricorda la morte precoce di Adolfo Bonvicini e di come la Mostra sia un dovuto riconoscimento all’opera di un grande agricoltore “che noi amiamo ed intendiamo onorare”.
Dopo la visita ai vari padiglioni di cui uno completamente nuovo (all’incrocio dell’attuale viale Zaganelli con viale Amendola), la giornata si chiude con l’inaugurazione del Parco della Rimembranza che raccoglie le lapidi con i nomi dei 118 caduti nella prima guerra mondiale. In fondo al Parco un monumento con la “lupa capitolina” che allatta due bambini (Romolo e Remo). L’opera in bronzo era stata donata alla città da Giuseppe Sangiorgi nel 1924.
La Mostra avrà un grande successo e sarà visitata da migliaia di visitatori da tutta Italia favoriti anche da sconti ferroviari del 50% “da tutte le stazioni del Regno”.
Il 12 Settembre si inaugurerà a Lugo il Congresso della frutticoltura a cui parteciperà, come oratore, anche Bonvicini.
Tra gli arrivi illustri viene segnalato il Conte di Torino che visiterà anche i frutteti di Bonvicini e di Borgnino.
La cerimonia di chiusura avviene alla presenza del prefetto di Ravenna, il comandante di divisione di Ravenna, alcuni onorevoli e senatori del Regno e “una aristocratica rappresentanza femminile”.
Il 22 settembre apparirà sulla prima pagina del giornale Corriere della Sera un bell’articolo sull’ Esposizione di Arturo Marescalchi, presente a Massa Lombarda e al Congresso dove aveva tenuto una relazione sulla viticoltura, di cui era uno dei maggiori esperti italiani. Sarà poi sottosegretario all’agricoltura dal 1929 al 1935.
Egli si dimostra entusiasta dei risultati dell’Esposizione nazionale, ma soprattutto di quelli ottenuti da Massa Lombarda e dai suoi pionieri, definendo Adolfo Bonvicini “astro della frutticoltura” e Camillo Borgnino “altro maestro dai meditati ardimenti”. L’Esposizione ha ottenuto “un’affermazione di vittoria e segnato una tappa memorabile nella storia della frutticoltura italiana”.
Suggello migliore la Esposizione Nazionale non poteva avere.
P.S. L’Esposizione non fermerà la repressione antifascista: nell’agosto 1927, a pochi giorni dall’inaugurazione, verrà arrestato per la seconda volta Pippo Baffè. Sarà processato l’anno successivo dal Tribunale Speciale per cospirazione, associazione comunista e propaganda sovversiva e condannato a 4 anni di carcere, alla interdizione perpetua dei pubblici uffici e alla vigilanza speciale per 3 anni.

5 settembre 1927: Inaugurazione Esposizione Piazza Camice Nere

Padiglione esposizioni
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