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Monumento ai caduti di tutte le guerre - Alterazione

  • Immagine del redattore: Mauro Remondini
    Mauro Remondini
  • 11 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 21 gen

L'Amministrazione Comunale ha deciso di mettere sotto la sagoma della Lupa nel Monumento ai caduti di tutte le guerre nei nei pressi del cimitero i due puti che mancavano dal 1969 quando lo si inaugurò.

Il monumento era stato ideato dalla Scuola d'arte e mestieri sotto la direzione del prof. Umberto Folli, pittore di grande valore, insegnante di pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Ravenna, esperto di Storia dell'Arte. Attaccatissimo al suo paese, donò al Comune un pregevolissimo quadro rappresentante il partigiano Umberto Ricci in tenuta da ciclista e conservato nel corridoio degli uffici comunali.

il progetto del monumento venne fatto proprio dall'Amministrazione Comunale di allora.

La Lupa Capitolina, come è impropriamente chiamata, con i due putti è un calco di grandi dimensioni (donato da Giuseppe Sangiorgi nel 1924 e collocato nel campo della Rimenbranza nel 1927) di un originale (di 70 cm) conservato presso il museo dei Conservatori a Roma di origine etrusca risalente al V secolo a.C. .

Come si può agevolmente constatare la lupa è PRIVA DEI DUE PUTTI CHE SONO STATI AGGIUNTI IN EPOCA RINASCIMENTALE probabilmente basandosi su una leggenda del tutto inventata che voleva i fondatori di Roma Romolo e Remo abbandonati e salvati dalla Lupa. Qyesta operazione fu certamente un'alterazione di un'opera d'arte che per gli etruschi doveva avere un significato ben diverso probabilmente di forza e coraggio.

Eco quindi la scelta del prof. Folli di rispettare le origini della scultura quindi di non mettere i due putti: scelta, occorre ripetere, pienamente condivisa dall'Ammiistrazione Comunale di allora.

Ora l'attuale Amministrazione Comunale, "tornata" in possesso tramite un privato dopo più di 50 anni dei putti, ha deciso di metterli sotto la Lupa. I putti, sia chiaro, non furono asportati furtivamente o altro dal monumento per cui non corrisponde al vero che ricollocandoli si sanerebbe un vulnus alla scultura.

Questa operazione, a mio avviso, è di nuovo una manipolazione questa volta doppia: prima sulla sculturea bronzea originale e seconda sull'opera di un artista (la Scuola d'arte e mestieri e del prof Folli). All'opera di un artista, che può piacere o non piacere, non ci si mette mano, non si altera l'dea ch l'artista ha profuso nella sua opera (specialmente se non può replicare).

Altrimenti si potrebbe pensare ad altre manipolazioni la più eclatante fu quella nel medioevo in piena inquisizione quando la chiesa pretendeva di mettere i mutandoni ai nudi delle figure, pretesa che per fortuna non sempre ebbe seguito.

La ricollocazione poi, a mio avviso, farebbe perdere il il significato rappresentativo della Lupa degli etruschi che ben si sposa con il monumento ai caduti pieno della sua tragicità con i cingoli del carro armato che travolge il soldato e veicolerebbe l'attenzione sulla leggenda di Romolo e Remo.

Due domande infine: i putti erano di proprietà del Comune quindi di tutti i cittadini come mai erano in possesso di un privato per così tanto tempo? Il privato lo ha spiegato?


Prof. Mauro Remondini


P.S. A scanso di equivoci, queste opinioni sono espresse come cittadino e non come presidente dell'ANPI che ha ottimi rapporti con l'Amministrazione Comunale.

 
 
 

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